Era il 10 settembre del 2010 quando ho aperto Libri e Caffelatte. Oltre agli auguri, per i suoi 11 anni mi sono soffermata a pensare a quanto sia cambiato il modo di fare blog, di fare informazione digitale, di promuovere libri e film.
Non parlo solo della piattaforma, ovvio, ma come fruiscono le notizie.
Dai dati tecnici che ogni blogger conosce, lo può sapere. Oggi ci sono gli smartphone in cima alla classifica quindi quello che uno vede non è mai quello che il blogger ha pensato. Certo, si adatta agli schermi dei tablet anche, ma gli spazi, le immagini e tutto quello impostato viene rimaneggiato da un algoritmo e riadattato.
Tutto l'archivio dei miei oltre 400 articoli, che su un pc si trova comodo a lato, viene ridotto a una piccola icona che poi apre le pagine ma non l'archivio.
E così uno ripropone su Facebook articoli vecchi, ma di capolavori che in una libreria sono sempre in primo piano. Ecco, la mia sensazione è un po' che venga persa la memoria, la storia di chi dietro a un blog ha sacrificato il proprio tempo libero a gratis! per promuovere le sue passioni per farle conoscere il più possibile, ma si è visto contrastato dalla nuova tecnologia.
Non lo capisco. Anzichè dare una mano, remano contro la storia.
Che peccato, ma io non mi arrendo. E vado avanti. In tanti si sono spostati su You Tube, ma se uno parla di libri, ha senso poi vedere un video dove c'è un tizio che ti racconta un romanzo a voce? E non parlo certo degli audiolibri. Capitemi bene.
Io spesso riporto incipit o parti di libro, avrebbe senso che venga letto anzichè essere letto dal lettore stesso che deciderà poi se comprarlo o meno? Come fa a sentire la sua voce interna? Come fa a fantasticare nella sua mente?
Meglio si prestano le recensioni sui film, anche se ci sono i trailer, ma per il resto rimango dell'idea che il blog sia di maggior respiro e concentrazione per chi legge.
Ascoltare uno che parla di un libro mi da la sensazione di scuola... un incubo a mio avviso. Per chi come me si distrae subito se quel che viene detto non è interessante, proprio non va. E poi mi cade l'occhio sulla stanza, sull'abbigliamento, sulla postura...
Lo so, è deformazione da scrittrice la mia, ma io osservo molto e quindi se quello che parla non mi tiene avvinghiata con argomenti interessanti, io inizio a pensare a altro.
Al contrario, la lettura, se uno deve prendere informazioni su un libro, resta indispensabile. Voglio dire, se già ti annoi nel leggere l'incipit è ovvio che quel romanzo non fa per te.