Il ritorno di Mary Poppins, ovvero: potevano anche lasciarla sulla nuvola che era meglio!
Che film imbarazzante, che tristezza, che pena. Mia, soprattutto che ho amato il film Mary Poppins e lei, la straordinaria Julie Andrews. Mi veniva da piangere per l'agonia provata.
Sapete che non mi piace parlare male dei film, preferisco non fare la recensione, ma qui non posso stare zitta. E' una questione di giustizia e rispetto per l'opera letteraria di P. L. Travers e del film capolavoro del 1964.
Il ritorno di Mary Poppins parte già con un errore colossale di trama dall'avermi fatto balzare in piedi.
Ora, è necessario precisare che questo è il seguito diretto che si svolge trent'anni dopo circa, ma è la stessa Mary Poppins, con la stessa famiglia Banks. Il padre e la madre non ci sono più e i due bambini, ormai adulti, fanno i conti con la realtà della loro situazione finanziaria.
Lei, Jane, vive per conto suo e non si sa molto; vogliono farla passare per una donna emancipata peccato che siano nel 1935, a Londra. Pura fantascienza.
Lui, Michael, vedovo (che patetica scusa per non mettere un'altra figura femminile decente!) con tre figli non riesce a far fronte alle spese... lui che lavora in banca, pensate un po', faceva tutto la moglie.
Incredibile, ma vero.
Altra precisazione, altrimenti non capite perché sono balzata in piedi.
Nel Mary Poppins del 1964, era chiaro il finale: oltre a salvare Mr. Banks, Mary unisce tutta la famiglia. ricordiamoci molto bene che Mary NON va a salvare i bambini, ma il signor Banks.
Fatto. Lei riparte, ma c'è una scena molto chiara in cui i soci della banca dicono al signor Banks che lo fanno socio. Avete capito? LO FANNO SOCIO DELLA BANCA!